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Il 14 novembre è la Giornata Mondiale del Diabete (World Diabetes Day), una ricorrenza necessaria per garantire conoscenza, cura e attenzione verso questa patologia.

Ogni anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Federazione Internazionale del Diabete (IDF) lanciano un tema guida e, negli ultimi anni, il filo conduttore è rendere la cura accessibile, equa e sostenibile, migliorando la qualità della vita di chi convive con il diabete.

Il diabete è tra le malattie croniche più diffuse al mondo: secondo l’IDF, oltre 540 milioni di adulti ne sono affetti, e il numero continua a crescere. In Italia si stimano più di 3,5 milioni di persone diagnosticate, ma si calcola che un altro milione non sappia nemmeno di averlo.
Un problema silenzioso, spesso scoperto tardi, quando le complicanze iniziano a farsi sentire.

Il diabete non colpisce solo il metabolismo: danneggia i vasi sanguigni, grandi e piccoli, aprendo la strada a infarto, malattia renale, problemi oculari e — soprattutto — ictus cerebrale.
Ed è proprio qui che la consapevolezza deve crescere: capire che il cervello è una delle vittime più vulnerabili del diabete può fare la differenza tra la vita e la disabilità.

Diabete e ictus: un legame stretto

L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo, ogni anno colpisce oltre 12 milioni di persone, e circa un quarto dei casi si verifica in persone con diabete.

Il legame tra diabete e ictus non è casuale: ha radici profonde nel funzionamento dei nostri vasi sanguigni.
Quando la glicemia resta alta per troppo tempo, anche se di poco, le cellule endoteliali che rivestono le arterie iniziano a deteriorarsi. E questo innesca una serie di effetti a catena:

  • Aterosclerosi accelerata: l’eccesso di zucchero e grassi nel sangue favorisce la formazione di placche che ostruiscono le arterie.
  • Danno ai piccoli vasi (microangiopatia): i capillari diventano rigidi, meno elastici, e il flusso di sangue al cervello si riduce.
  • Infiammazione cronica: il corpo reagisce come se fosse sempre in “allarme”, aumentando la coagulazione e rendendo più probabili i trombi.
  • Ipoglicemie e sbalzi glicemici: anche le variazioni brusche della glicemia possono indebolire la risposta cerebrale e aumentare la vulnerabilità alle ischemie.

In altre parole, il diabete “prepara il terreno” all’ictus, rendendo il cervello più esposto a un attacco ischemico (cioè da mancanza di sangue e ossigeno).

Gli ictus si dividono in due grandi categorie:

  • Ictus ischemico: causato dall’occlusione di un’arteria cerebrale (circa l’85% dei casi).
  • Ictus emorragico: provocato dalla rottura di un vaso e dalla fuoriuscita di sangue nel cervello.

Il diabete è strettamente associato all’ictus ischemico, perché favorisce la formazione di coaguli e l’ostruzione dei vasi.

Prevenzione

La buona notizia è che la maggior parte dei fattori di rischio si può controllare, infatti, prevenire l’ictus causato da diabete è possibile, ma richiede una strategia completa, non un singolo intervento.

Le linee guida europee (ESC 2023) raccomandano di:

  1. Tenere la glicemia sotto controllo, con obiettivi personalizzati.
  2. Controllare la pressione arteriosa, mantenendola idealmente sotto 130/80 mmHg.
  3. Ridurre il colesterolo LDL, con statine o altri farmaci se necessario.
  4. Smettere di fumare, perché il fumo moltiplica i rischi cardiovascolari.
  5. Fare attività fisica regolare, almeno 150 minuti a settimana di esercizio moderato.
  6. Seguire una dieta equilibrata, ispirata al modello mediterraneo, ricca di fibre, frutta, verdura e grassi “buoni”.
  7. Gestire il peso: anche una perdita del 5-10% può migliorare il metabolismo e la pressione.

In molti casi, la terapia farmacologica è indispensabile, ma il cambiamento quotidiano è ciò che riduce realmente il rischio di ictus e di altre complicanze.

I numeri che contano davvero

Di seguito i dati più significativi:

  • Il diabete raddoppia il rischio di ictus ischemico.
  • Il controllo di pressione e colesterolo riduce fino al 50% la probabilità di un evento cerebrovascolare.
  • Dopo un ictus, chi ha il diabete ha maggior rischio di recidiva e disabilità.
  • L’attività fisica regolare riduce del 40% il rischio di ictus (OMS).
  • I farmaci di nuova generazione ridimensionano il rischio cardiovascolare e migliorano la sopravvivenza.

Sono numeri che parlano chiaro, la prevenzione funziona.

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