Magazine Pressione Arteriosa

Le grandi arterie elastiche, e in particolare l’aorta, rivestono due fondamentali funzioni fisiologiche: da un lato permettono di condurre il sangue dal cuore alle arterie periferiche, dall’altro agiscono da “cuscinetto” trasformando il flusso pulsatile (generato dall’azione cardiaca) in continuo.

Si parla di rigidità arteriosa quando si fa riferimento alla perdita di elasticità delle pareti arteriose, influendo sulla capacità di espandersi e contrarsi in risposta alle variazioni della pressione sanguigna durante il battito cardiaco.

Quando le arterie diventano rigide, il flusso sanguigno può diventare meno efficiente e il cuore può dover lavorare di più per pompare il sangue attraverso il sistema circolatorio. Può essere causata da diversi fattori, tra cui l’invecchiamento, l’ipertensione, il diabete, il fumo e lo stile di vita sedentario.

La rigidità arteriosa può essere un fattore di rischio per molte malattie, tra cui l’ipertensione, l’insufficienza cardiaca e l’aterosclerosi.

Quali sono i sintomi della rigidità arteriosa?

Spesso non presenta sintomi evidenti soprattutto nelle fasi iniziali. Nel tempo può però contribuire al rischio di sviluppare condizioni particolari (come l’ipertensione e l’aterosclerosi) che possono causare sintomi come:

  • mal di testa, vertigini, visione offuscata, sensazione di pulsazioni nelle orecchie o nel collo, stanchezza e difficoltà respiratorie nel caso dell’ipertensione;
  • dolore al petto, difficoltà respiratorie, affaticamento e debolezza come nel caso dell’aterosclerosi;
  • affaticamento, difficoltà respiratoria, edema alle gambe e ai piedi, e palpitazioni come nel caso dell’insufficienza cardiaca.

La rigidità arteriosa spesso viene diagnosticata durante una visita medica di routine, mediante la misurazione della pressione sanguigna o tramite una serie di test e valutazioni mediche.

Punto di partenza della valutazione medica è la conoscenza della storia clinica del paziente.

I test diagnostici comunemente utilizzati per valutare la rigidità arteriosa includono:

  • La misurazione della pressione sanguigna: viene misurata utilizzando un bracciale di misurazione collegato a un manometro e un fonendoscopio. Se i valori della pressione sanguigna risultano elevati, possono essere un segno di presenza di rigidità arteriosa;
  • Test di laboratorio: il medico può richiedere esami del sangue per valutare i livelli di colesterolo, trigliceridi e zucchero nel sangue. Questi test possono aiutare a identificare anche fattori di rischio per malattie cardiovascolari;
  • Eco-doppler: l’ecografia doppler crea immagini delle arterie e del flusso sanguigno grazie agli ultrasuoni;
  • Tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM): la TC o la RM possono essere utilizzate per valutare le arterie e il flusso sanguigno che le attraversa;
  • Angiografia: tramite l’utilizzo di un liquido di contrasto e i raggi X permette di visualizzare le arterie aiutando a identificare blocchi o restrizioni del flusso sanguigno.

Si può curare la rigidità arteriosa?

La rigidità arteriosa è un processo che fa parte dell’invecchiamento naturale delle arterie, può però anche essere causata da diverse malattie e fattori di rischio, come l’ipertensione, il diabete, il fumo e uno stile di vita sedentario.

Sebbene non sia possibile curarla completamente, ci sono diversi accorgimenti che possono essere adottati per prevenire o ritardare il verificarsi della rigidità arteriosa e le malattie cardiovascolari ad essa associate come:

  • Mantenere un peso corporeo ottimale, adottare una dieta alimentare equilibrata e svolgere regolarmente attività fisica;
  • Ridurre il consumo di alcol e smettere di fumare;
  • Monitorare con regolarità la pressione sanguigna;
  • Controllare e mantenere i livelli di colesterolo sotto controllo, in particolare il colesterolo LDL (“cattivo”);
  • Monitorare i valori del diabete mantenendo il livello di zucchero nel sangue sempre sotto controllo;
  • Ridurre lo stress e la tensione tramite la pratica di meditazione, lo yoga, l’attività fisica e altre attività di svago;
  • Sottoporsi regolarmente a controlli medici può aiutare a identificare preventivamente eventuali problemi di salute, compresa la rigidità arteriosa, in fase precoce e trattarli in modo tempestivo.

Questi piccoli accorgimenti possono aiutare a prevenire il verificarsi della rigidità arteriosa e a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.

Quale fascia di età è principalmente affetta da rigidità arteriosa?

Come detto precedentemente, la rigidità arteriosa è un processo naturale dell’invecchiamento e può verificarsi in tutti gli individui.

È più comune negli individui di età superiore ai 50 anni, però può anche verificarsi in persone più giovani a causa di fattori di rischio come l’ipertensione, il diabete, il fumo, l’obesità e la mancanza di attività fisica.

Pertanto, è fondamentale adottare uno stile di vita sano fin dalla giovane età per prevenire la rigidità arteriosa e le eventuali malattie cardiovascolari correlate.

Ogni quanto tempo bisogna effettuare un test per verificare la rigidità arteriosa?

La frequenza dei test per verificare la rigidità arteriosa dipende dallo stato di salute generale dell’individuo e dalla presenza di fattori di rischio cardiovascolare.

Gli individui con fattori di rischio elevati per la rigidità arteriosa o le malattie cardiovascolari dovrebbero sottoporsi a controlli regolari.

Le linee guida dell’American Heart Association raccomandano di effettuare una valutazione della salute cardiovascolare ogni 4-6 anni a partire dall’età di 20 anni per gli adulti senza fattori di rischio cardiovascolare significativi.

Devono essere effettuati con maggiore frequenza per gli adulti con fattori di rischio elevati per la rigidità arteriosa e le malattie cardiovascolari.

Il medico o il cardiologo che segue il paziente può consigliare un programma di monitoraggio individuale basato sulla valutazione del rischio e sulla storia medica personale.

In conclusione, la rigidità arteriosa è una condizione comune che può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo possono aiutare a prevenire eventuali complicazioni e a migliorare la qualità della vita dei pazienti.

È sempre fondamentale consultare il proprio medico per una valutazione e un trattamento adeguato alle proprie esigenze e necessità.

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