Magazine Ipertensione Arteriosa

8 consigli da seguire in caso di ipertensione, per fare sport e movimento nel modo corretto

L’ipertensione non costituisce, salvo casi particolari e molto rari, un’emergenza, per cui, una volta rilevati valori anomali, la prima cosa da fare è cambiare stile di vita. E se siete già riusciti a buttare il pacchetto di sigarette, il passo successivo sarà iniziare un’attività fisica. Di che tipo? Chiaramente meglio muoversi poco che niente, ma se intendiamo davvero imboccare la strada giusta, allora, sarebbe molto meglio affidarsi ad attività di resistenza piuttosto che ad una attività in palestra, dove solitamente si effettuano esercizi di tipo anaerobico, cioè di potenza. È invece opportuno cercare di diminuire le resistenze periferiche (con conseguente calo pressorio), e questo lo si ottiene con esercizi di tipo aerobico, come correre, camminare, andare in bicicletta, nuotare.

ipertensione e sport, corsa

Se proprio si preferisce stare al chiuso, l’ambiente della palestra può essere valido solo a patto di frequentare, come detto, l’area “aerobica”, dedicata al cardiofitness, quindi per capirci tutto il mondo che ruota, è il caso di dirlo, attorno a biciclette orizzontali, verticali, tappeti, vogatori e simulatori di sci di fondo. Grazie all’attività fisica si consumano calorie, si abbassano le resistenze periferiche, aumentano le fibre muscolari lente (S.T. = slow twich) e si innesca un circolo virtuoso che conduce, anche abbastanza rapidamente, a diminuire, di poco ma significativamente, i valori della pressione.

Sport: i consigli all’iperteso

  1. L’ipertensione è uno dei più importanti fattori di rischio per malattie cardiovascolari, pertanto, combattendo questa patologia, si riducono le possibilità di ammalarsi delle altre.
  2. Spesso la causa va ricercata nel rapporto diretto tra peso corporeo ed elevati valori pressori; letto all’inverso, però, questo è un dato confortante: è sufficiente difatti perdere il 10% del peso corporeo per ottenere, nel soggetto iperteso, un abbassamento di 10 mm/Hg della pressione arteriosa.
  3. Il calo ponderale, oltre che con una ridotta introduzione delle calorie, può essere ottenuto anche con un maggior dispendio, cioè con un aumento dell’attività fisica; il comportamento ideale è quello di abbinare un minor introito ad un aumento dei consumi. Così facendo il vantaggio non sarà doppio, ma esponenziale, perché con l’attività fisica si elimina un altro fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
  4. Lo sport è certo una pratica sana ed utilissima, ma, nel caso specifico, devono essere privilegiate le attività aerobiche, cioè di resistenza, come la corsa, la camminata veloce, il ciclismo, il nuoto; vanno invece assolutamente evitate quelle di potenza, come il sollevamento pesi, e comunque tutte le discipline in cui il meccanismo lattacido è preponderante.
  5. Quanta attività fisica? “Il più possibile” sarebbe la risposta immediata, ma 3-4 volte la settimana costituisce la frequenza ottimale, anche per consentire all’apparato cardiovascolare di mettere in atto quegli adattamenti che potrebbero evitare il ricorso ai farmaci, e che in ogni caso agiscono in perfetta sincronia con essi.
  6. Attualmente è a disposizione del medico una vasta gamma di farmaci antipertensivi, però è importante partire dal presupposto che la terapia costituisce non il punto di partenza, ma il traguardo di un percorso che ha come tappe intermedie i meccanismi noti di calo ponderale, alimentazione corretta, attività fisica, ecc…
  7. Solo dopo che, trascorsi almeno 6 mesi, non si sono normalizzati i valori pressori, si inizia un percorso terapeutico includente anche i farmaci.
  8. Impariamo a misurare la pressione arteriosa da soli, senza il condizionamento psicologico esterno, nella tranquillità della propria abitazione, dopo almeno 10 minuti di riposo: saranno rilevati valori più corrispondenti alla realtà.

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