Eventi, Magazine ICTUS

In Italia, l’ICTUS conta in Italia circa 200.000 casi ogni anno, di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive, che riguardano soggetti precedentemente colpiti.

Nonostante la mortalità sia in diminuzione, in Italia l’ICTUS è la terza (la seconda, stando ad alcune stime) causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie e rappresenta la principale causa d’invalidità.
Nel nostro Paese il numero di soggetti che hanno avuto un ICTUS e sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, è pari a circa 913.000.
Ad 1 anno circa dall’evento acuto, un terzo dei soggetti sopravviventi ad un ICTUS – indipendentemente dal fatto che sia ischemico o emorragico – presenta un grado di disabilità elevato, tanto da poterli definire totalmente dipendenti.

Il fenomeno è in costante crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Il tasso di prevalenza di ICTUS nella popolazione anziana (età 65-84 anni) italiana è del 6,5% leggermente più alta negli uomini (7,4%) rispetto alle donne (5,9%). Il 75% dei casi riguarda persone over 65 ma, comunque, 12mila persone sotto ai 55 anni vengono colpite ogni anno.

L’aumento della proporzione di anziani nella popolazione generale fa stimare un aumento dei nuovi casi di malattia nei prossimi anni. Un problema che interessa da vicino l’Italia, in cui l’aspettativa di vita alla nascita è di 79 anni per gli uomini e 84 per le donne. Anche le fasce di età più giovani tendono ad essere sempre più a rischio perché sono sempre più diffuse condizioni predisponenti come Ipertensione Arteriosa, Fibrillazione Arteriosa, diabete, obesità, stile di vita sbagliato.

Gli studi epidemiologici condotti in questi anni hanno identificato i fattori di rischio e dimostrato la reversibilità del rischio, ovvero che riducendo i fattori di rischio è possibile ritardare o ridurre il numero di eventi che si verificano nella popolazione.

Gli italiani colpiti da ICTUS, secondo un’indagine promossa dall’”Associazione Italiana Ictus”, vanno incontro a molte difficoltà nella fase di riabilitazione che segue l’evento acuto. L’89% dei pazienti dichiara di aver riscontrato miglioramenti, sia neurologici che fisici, in seguito ai trattamenti riabilitativi. Tuttavia, il 34% considera l’esperienza insufficiente e il 17% giudica scarsa la propria qualità di vita.

L’ICTUS può essere sconfitto grazie alla prevenzione, a un intervento terapeutico tempestivo e alle cure innovative oggi disponibili. In Italia riusciamo a garantire un’ottima assistenza grazie alla preparazione dei medici specialisti e a una rete di centri di assoluto livello. Esistono tuttavia ancora margini di miglioramento su alcuni aspetti che sono fondamentali nella gestione di una patologia pericolosa ed invalidante come l’ICTUS.

Una delle caratteristiche principali e più subdole di questa malattia è la sua improvvisa insorgenza in persone sane, anche se in realtà è possibile avere un segnale premonitore, il cosiddetto TIA o Attacco Ischemico Transitorio. Si tratta di un calo temporaneo dell’afflusso di sangue al cervello, che può generare qualche sintomo transitorio (perdita temporanea della vista, svenimento improvviso, difficoltà nel parlare) ma senza conseguenze. Il paziente si riprende del tutto in breve tempo. Questi episodi sono però segnali importanti, perché 1 persona vittima di TIA su 3 va incontro ad ICTUS entro un anno. Se però si riconosce la gravità del segnale e si agisce, facendo controlli e prevenzione, l’ICTUS può essere evitato.

Anche per questo motivo informare, sensibilizzare, incentivare al controllo e monitoraggio preventivo della Pressione Arteriosa e al mantenere uno stile di vita adeguato, in cui trovino ampio spazio una corretta alimentazione e un’attività fisica costante, è la chiave per scongiurare l’ICTUS o attacchi gravi qualora si parli di fattori di rischio non modificabili.

I fattori di rischio non modificabili sono età, sesso, familiarità. In questi casi per evitare che si verifichi un ictus è fondamentale seguire in modo rigoroso le terapie e le raccomandazioni che il Medico di Medicina Generale (MMG) e lo Specialista prescrivono.

I fattori di rischio modificabili sono la Pressione Arteriosa, il peso, la glicemia, la colesterolemia, che vanno adeguatamente monitorati, mantenendo i valori entro i limiti raccomandati, come anche il consumo di alcool e l’abitudine al fumo.  I fattori modificabili possono però essere mantenuti a livelli “favorevoli” nel corso della vita, soprattutto se fin dalla giovane età vengono adottati stili di vita salutari.

Fonti:

https://www.siia.it

https://www.aliceitalia.org/

https://www.issalute.it/

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