Magazine ICTUS

Il progressivo incremento della prevalenza dell’obesità in tutto il mondo, sia in età pediatrica sia negli adulti, ha indotto il mondo scientifico a considerarla una patologia epidemica ed uno dei fattori di rischio ICTUS.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato l’allarme, indicando l’obesità e l’inattività fisica tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili ed inoltre ha individuato nell’obesità un vero e proprio problema di “salute pubblica di proporzioni epidemiche”. Ogni anno, nel nostro paese, si spendono oltre 23 miliardi di euro per far fronte al problema che coinvolge oltre 5 milioni di persone di cui circa 800 mila gravemente obesi.

Sovrappeso ed obesità sono problematiche complesse, che dipendono da diversi fattori, genetici, ormonali e psicologici e che comportano per il loro trattamento molteplici figure sanitarie: dal medico di medicina generale agli specialisti che possano agire sulla dieta, fornire un supporto psicologico, ma soprattutto intervenire sul corretto stile di vita. Attorno all’obesità spesso si sviluppano convinzioni errate frutto di informazioni e fonti poco accurate. Tali convinzioni possono indurre le persone affette da sovrappeso o obesità a pensare di non avere bisogno del medico e di poter gestire la propria problematica affidandosi al fai-da-te. La consapevolezza della malattia è il primo passo per il suo trattamento. E’ necessario capire che l’obesità non è una malattia che può essere curata in un lasso di tempo definito, ma una condizione che accompagna la persona che ne soffre per tutta la vita e che necessita di un impegno quotidiano. Bisogna comprendere ed essere consapevoli che l’obesità si associa a una riduzione media dell’aspettativa di vita di circa 6-7 anni e tale fenomeno è in parte dovuto alla maggiore prevalenza delle malattie cardiovascolari, come Ipertensione e ICTUS.

GLI STUDI

Una serie di studi condotti nel tempo ha confermato la relazione tra ICTUS, Ipertensione e obesità.

  • Numerosi studi, come il Framingham Heart Study, il Manitoba Study e l’Harvard School of Public Health Nurses Study, hanno documentato che l’obesità favorisce lo scompenso cardiaco, la Fibrillazione Atriale, l’ICTUS e la morte improvvisa. Per quanto attiene al rischio di ICTUS, diversi studi prospettici a lungo termine hanno dimostrato un’associazione tra l’aumento del BMI*, ovvero l’Indice di Massa Corporea, e il rischio complessivo di ICTUS o di ICTUS ischemico.
  • Il Physician’s Health Study, studio prospettico condotto in 21.414 uomini, ha dimostrato che, rispetto ai soggetti normopeso, i pazienti in sovrappeso hanno un rischio relativo di ICTUS celebrale di 1,32, di ICTUS ischemico di 1,35 e di ICTUS emorragico di 1,25, mentre i pazienti obesi hanno un rischio relativo di ICTUS celebrale di 1,91, di ICTUS ischemico di 1,87 e di ICTUS emorragico di 1,92.
  • Lo studio CHA (Chicago Heart Association Detection Project Industry, caratterizzato da un follow-up più lungo rispetto alla media degli altri studi, ha dimostrato che i soggetti che in giovane età erano obesi hanno un maggiore rischio di ospedalizzazione e di mortalità per malattie cardiovascolari dopo i 65 anni rispetto ai soggetti che in giovane età erano normopeso, pur a parità di fattori di rischio aggiuntivi (Ipertensione, diabete mellito e ipercolesterolemia).
  • La maggior parte delle persone con elevati valori pressori hanno eccesso ponderale e l’Ipertensione è circa 6 volte più frequente nei soggetti obesi che in quelli magri. La Pressione Arteriosa è il risultato del prodotto tra portata cardiaca e resistenze vascolari periferiche che nell’obeso non iperteso sono ridotte. Con il progressivo aumento dei valori della Pressione Arteriosa si verifica anche un incremento delle resistenze periferiche.  Tutti i fattori che influenzano la portata cardiaca e le resistenze periferiche possono condizionare la relazione tra obesità e Pressione Arteriosa.

L’INDICE DI MASSA CORPOREA*

La classificazione della popolazione in base al peso viene fatta utilizzando l’indice di massa corporea (BMI = Body Mass Index, secondo la definizione americana), considerato il più rappresentativo della presenza di grasso corporeo in eccesso. Il BMI si calcola secondo la formula seguente:
BMI= peso (in kg)/quadrato dell’altezza (in metri)

Le classi di peso per gli adulti indicate dal BMI sono:
<18,5 sottopeso;
18,5 – 24,9 normopeso;
25 – 29,9 sovrappeso;
>30 obesità.

COME COMPORTARSI

Un corretto stile di vita indubbiamente può aiutare le persone a limitare significativamente gli effetti negativi dell’obesità sullo sviluppo delle malattie cardiovascolari. Corretta alimentazione, attività fisica e monitoraggio della Pressione Arteriosa e Fibrillazione Atriale sono tra i principali strumenti su cui fare leva per evitare complicanze cardiovascolari.

Per una persona in sovrappeso è molto importante pianificare i pasti prestando attenzione a non fare intervalli troppo lunghi tra l’uno e l’altro, non saltare gli spuntini di metà giornata, non lasciare cibo in vista, soprattutto quello ad alto rischio di tentazione. Può essere molto utile tenere porzioni di verdura già pulita in frigorifero per i momenti più critici, fare porzioni piccole e servirsi di cibo solo una volta e mangiare lentamente: bocconi piccoli e masticati a lungo. L’acquisto di cibi già pronti o precotti ad alto contenuto di grassi e prodotti in maxi confezioni, quali biscotti, bibite, snack dolci e salati è assolutamente da evitare. Un’altra importante considerazione è quella di non affidarsi mai alle diete fai-da-te ma farsi seguire da un medico esperto. Inoltre è fondamentale fare ogni giorno almeno 30 minuti di attività motoria di intensità moderata per consumare il grasso in eccesso e allo stesso tempo cercare di diminuire le resistenze periferiche (con conseguente calo pressorio). Questo è possibile con esercizi di tipo aerobico, come correre, camminare, andare in bicicletta, nuotare. Per le persone obese che hanno una probabilità elevata di soffrire di Ipertensione e Fibrillazione Atriale è fondamentale il monitoraggio quotidiano con dispositivi idonei ed altamente precisi che consentano di prevenire l’insorgenza di complicanze come l’ICTUS.

Per i pazienti obesi è necessario utilizzare misuratori della pressione specificatamente validati ed in grado di misurare in modo accurato la Pressione Arteriosa e la Fibrillazione Atriale come Microlife AFIB Advanced. E’ molto importante utilizzare un bracciale validato clinicamente e in grado di adattarsi alla dimensione del braccio del paziente obeso come quello Microlife L-XL da 32 a 52 cm.

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