Magazine Fibrillazione Atriale

La Fibrillazione Atriale, nella maggior parte dei casi, è la conseguenza di una malattia cardiovascolare, ma talvolta il disturbo può verificarsi anche in chi non soffre di alcuna cardiopatia.

La Fibrillazione Atriale è l’anomalia del ritmo cardiaco più comune nella popolazione adulta ed e caratterizzata da disordini della propagazione dei segnali elettrici che regolano la contrazione cardiaca. Questa irregolarità del battito non permette a tutto il sangue, come accade nelle persone sane, di essere pompato nelle camere inferiori del cuore, i ventricoli. La contrazione irregolare delle camere superiori del cuore, gli atri, determinando un ristagno di sangue che, nella circolazione sanguigna, arriva al cervello causando un ICTUS ischemico. Riassumendo, la Fibrillazione Atriale mette a rischio di eventi trombotici, poiché l’immobilità meccanica degli atrii favorisce la formazione di coaguli che possono in seguito migrare nel circolo cerebrale e provocare ischemie e ICTUS cerebrale.

La Fibrillazione Atriale è spesso associata a sintomi; i più frequenti sono: palpitazioni, dispnea, astenia, debolezza o dolore toracico. In alcuni casi è asintomatica o se sono presenti sintomi non vengono riconosciuti dal paziente, che si limita ad adeguare il proprio stile di vita. Un esempio è la riduzione della tolleranza allo sforzo. Ciò porta logicamente ad un maggior pericolo e rischio se non si procede ad un monitoraggio, come avviene con la misurazione della pressione, la glicemia o il colesterolo.

TIPOLOGIE DI FIBRILLAZIONE ATRIALE

Esistono tre diversi tipi di Fibrillazione Atriale, essenzialmente definite in base alla durata ed aspetti clinici:

1. Di nuova insorgenza
Si tratta del primo episodio diagnosticato indipendente dalla sua durata ed aspetti clinici. Infatti può essere sintomatico o asintomatico con esordio determinabile o ignoto.

2. Fibrillazione Atriale Parossistica
Anche nota come Fibrillazione Atriale intermittente, è una forma caratterizzata dall’interruzione spontanea dell’aritmia, da episodi sporadici, può durare fino a 7 giorni, per lo più entro 24-48 ore.

3. Fibrillazione Atriale Persistente
La Fibrillazione Atriale Persistente avviene quando l’episodio aritmico non si interrompe spontaneamente ma solo a seguito di interventi terapeutici esterni (indipendentemente dalla sua durata) come cardioversione farmacologica od elettrica; Persistente: In generale ha una durata maggiore di 7 giorni e non si risolve senza essere trattata. E’ inoltre possibile che la Fibrillazione Atriale continui per più di un anno, adottando una strategia di controllo periodico del ritmo: in questo caso si parla di Fibrillazione Atriale Persistente di lunga durata.

4. Fibrillazione Atriale Permanente o Cronica
La Fibrillazione Atriale Permanente o Cronica è la forma nella quale non sono stati effettuati tentativi di interruzione dell’aritmia o, se sono stati effettuati, non hanno avuto successo per mancato ripristino del ritmo sinusale o per immediata recidiva, o nella quale non si ritengono indicati ulteriori tentativi di cardioversione. In poche parole rappresenta un atteggiamento terapeutico in cui viene accettata la presenza della Fibrillazione Atriale sia da parte del medico che del paziente e non vengono più attutati interventi per controllare il ritmo cardiaco, anche in questo caso può essere asintomatica o sintomatica.

In alcuni casi, la Fibrillazione Atriale, si presenta in assenza di apparenti condizioni favorenti, ossia in assenza di una cardiopatia strutturale o di condizioni sistemiche (come l’ipertiroidismo) che la possano determinare. Si parla quindi di Fibrillazione isolata e rappresenta in genere meno del 30% dei casi. Vi sono anche condizioni che possono favorire la Fibrillazione Atriale: ipertensione arteriosa (presente in circa il 50% dei casi), insufficienza cardiaca, diabete mellito, patologie delle valvole cardiache, esiti di chirurgia cardiaca.

1 paziente su 5 passa dalla Fibrillazione Atriale Parossistica alla Persistente entro un anno dalla diagnosi ed in Europa, il 75% dei pazienti soffre di Fibrillazione Atriale Parossistica o Persistente.

La Fibrillazione Atriale Persistente è due volte più comune in pazienti che presentano sintomi rispetto a quelli asintomatici, mentre la Permanente è tre volte più comune nei medesimi, principalmente per via della cura.

Curare tempestivamente la Fibrillazione Atriale può impedire il progredire a una forma permanente in cui i sintomi sono più frequenti e di maggior durata.

La mortalità cardiovascolare è aumentata nei soggetti interessati da Fibrillazione Atriale e la qualità della vita è ridotta. Inoltre la persistenza della Fibrillazione Atriale determina un rimodernamento degli atrii, che assumono caratteristiche elettriche, anatomiche e strutturali (dilatazione, fibrosi) tali da favorire il perpetuarsi dell’aritmia.

Le persone a cui è stata diagnosticata la Fibrillazione Atriale hanno fatto il primo passo verso la prevenzione dell’ICTUS.

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